SMART WORKING: DA SALVAGENTE NELL’EMERGENZA A STRUMENTO DI WELFARE AZIENDALE.

In questo periodo più realtà imprenditoriali si sono rivolte a Studio Legale Salvalaio per essere coadiuvate ed assistite nella predisposizione di regolamenti ad hoc per disciplinare – sotto ogni profilo – lo smart working, introdotto anche quale utile strumento di welfare aziendale.

Nella fase più acuta dell’emergenza epidemiologica, il lavoro agile è apparso come una delle soluzioni più utili per una pluralità di scopi, da quello economico, in quanto modalità funzionale alla continuazione dell’attività dell’impresa, a quello sociale, permettendo una conciliazione del lavoro con le esigenze familiari a fronte della sospensione delle attività scolastiche, a quello di carattere sanitario. La minor concentrazione di personale ha contribuito a ridurre le occasioni di possibile contagio. Ed infatti nei Protocolli sanitari, al fine di contrastare la diffusione del virus, il ricorso al lavoro agile è stato sollecitato e raccomandato più volte quale strumento di prevenzione.

L’occasione pandemica è certo stata il momento di sperimentare un istituto verso cui si nutriva una certa diffidenza e sino a poco tempo fa sconosciuto dal legislatore, in quanto regolamentato spesso solo attraverso accordi aziendali.

Una volta sdoganato, ora non si tratta più di relegarlo alla estemporanea situazione emergenziale.

Lo smart working, al centro degli ultimi accordi aziendali e anche dei più recenti contratti collettivi di lavoro, è quindi proiettato verso un domani senza virus, in cui predomina la più elevata flessibilità nell’alternanza tra sedi di lavoro o altri luoghi.

A regime le aziende non torneranno indietro. La pandemia è stata un’ottima occasione di implementare soluzioni organizzative di accelerazione della trasformazione digitale.

Prova ne è che lo smart working, che prima dell’epidemia veniva citato in pochissimi contratti collettivi (tra i più evoluti quello degli istituti di credito, che prevede anche una dettagliata regolamentazione del diritto di disconnessione, punto dolente di questi lunghi mesi di lavoro da remoto), adesso è onnipresente: viene regolato dall’ultimo contratto dei metalmeccanici, è ultra presente nelle telecomunicazioni. Si tratta di accordi che in teoria non sarebbero neanche obbligatori, visto che la normativa sull’emergenza ha sospeso fino al 31 marzo 2021 l’obbligo per i datori di lavoro di accordarsi con i dipendenti per l’applicazione dello smart working.

Molti gli aspetti oggetto di regolamentazione: dalla questione dell’orario di lavoro, con la previsione delle pause, dell’orario di massima, all’interno del quale si debba svolgere la prestazione. L’orario gioca un ruolo importante anche nel definire il diritto alla disconnessione, che è una delle questioni principali dello smart working.

Altro nodo sono i buoni pasto, essendo possibile escluderli in modo netto, ma anche prevederne l’erogazione.

Quando si lavora fuori dai tempi e dai luoghi normali particolare attenzione va prestata anche a garantire la sicurezza e sul punto è indispensabile che vi siano delle regole specifiche, diverse a seconda sei settori e dei rischi concreti. Si deve inoltre dare conto dei nuovi rischi, quali lo stress da lavoro, che in queste condizioni può aggravarsi.

Il Team Studio Legale Salvalaio è a disposizione per ogni richiesta di assistenza e consulenza.

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